George Bucci

Il ciclone Bucci travolge tutto e tutti

02 dic. 1966|Posted in :
Giganti del Basket

Bucci con le sue prestazioni travolge tutti. Con cose che fino al suo avvento non avevamo nemmeno lontanamente immaginate per un uomo con indosso la maglia della Mens Sana, nei mesi che attraversano l' autunno '77 e l' inverno '78 George scala prepotentemente il gradimento dei senesi.
I suoi elevati bottini personali sono frutto di giocate che sono un mix di classe, tecnica, velocita', volonta' e potenza, col pubblico che alle prime uscite rimane letteralmente a bocca aperta e poi incomincia a parlarne, e a esaltarlo. E cosi' facendo trascina nuovo pubblico alle gare successive.
George ha talento, fondamentali, velocita', coraggio, ma quello che piu' stupisce e' la forza fisica.
La sua elevazione e' straordinaria e gli permette di essere protagonista anche nelle lotte sotto canestro, e quando non e' Fernsten a innescargli il contropiede, e' lui in prima persona che conquista il rimbalzo e si produce in travolgenti coast-to-coast.
E poi schiaccia a due mani, cosa allora ancora rarissima in Europa per un uomo bianco di quell' altezza. Nel corso degli anni lo vedremo schiacciare ripetutamente a due mani (una volta anche al rimbalzo offensivo, saltando da fermo, tra una selva d uomini) e stoppare uomini anche ben piu' alti di lui (storica una stoppata su tentativo di schiacciata del lungo fabrianese Al Beal, una cavalletta nera di quasi 2 metri e 10, all' epoca tra i migliori saltatori del campionato).
George in quei primi mesi italiani propone una pallacanestro di una dimensione ancora sconosciuta ai senesi e si pone come caposaldo di un evoluzione della concezione del gioco cosi' come lo conoscevamo.
E' la scintilla insomma di una pallacanestro che guarda al futuro e ai mostri che giocano di la' dall' Atlantico ed e' il punto di riferimento di una generazione di baskettari in erba.
Questa svolta piace ai senesi, e non solo, se e' vero come e' vero che anche dalla Provincia incomincia il via-vai per assistere alle partite.
Nei ragazzini in particolare il suo marchio rimarra' indelebile.
E' soprattutto grazie a lui se tanti piccoli senesi incominciano a frequentare gli improvvisati campetti o le giovanili delle squadre locali.
Canestri appesi a tavole e tavolacci spuntano poi di qua e di la' in Citta' e in periferia e le appena nate radio e televisioni locali hanno nella Mens Sana uno dei loro piatti forti: e' un nuovo boom per la pallacanestro senese.
Dopo pochi mesi di permanenza a Siena, con la Robur nelle parti basse della terza serie, Bucci ha una popolarita' seconda solo a quella di Aceto e ne parlano tutti, anche quelli che probabilmente non hanno neppure mai visto alzare una palla a due.
Al bar, all' edicola, dal barbiere o sul posto di lavoro: di Mens Sana e di Bucci (ma anche di Fernsten e Quercia) si parla ormai abitualmente.
E, caso strano, anche coloro che, calciofili radicali e integralisti, avevano ridotto il fenomeno dell'ascesa mensanina a una moda, profetizzandone cosi' un rapido ritorno a infimi ritagli informativi e con un' ironia ostentata, che sapeva di provocazione, l' avevan sempre chiamata palla al balzello, ora, tra una battuta e l' altra, chiedono con interessata curiosita' se quel Bucci sia davvero cosi' forte?. Per contraltare, vi erano invece posti deputati dove gia' da anni ci si nutriva di pallacanestro e quei ritrovi ora si moltiplicano e quelli che gia' c' erano divengono frequentatissimi.
Da Nucci allo Snack Bar, al Bar Macario, da Emiro a Scacciapensieri, al Bar Pietriccio, nei club organizzati come il Club Biancoverde, il Basket Club il Campanone, i Boys e, ovviamente, nelle Societa' di Contrada, le imprese di Bucci e della squadra sono l' argomento.
Si seguono i biancoverdi per tutta la settimana, con febbrile attaccamento.
Si va agli allenamenti disertando la vasca per il Corso, ci si adopera per organizzare la trasferta o la coreografia della domenica successiva, si organizzano cene o conviviali allo scopo di avere ospiti i giocatori della Mens Sana e alla domenica, se non si puo' viaggiare al seguito della squadra, si ascolta insieme la diretta su Antenna Radio Esse. Dal canto suo invece Bucci e' riservato, quasi schivo.
Al di la' delle partite, se non fosse per quell' Alfasud rossa con cui si muove e su cui il concessionario ha messo una scritta col suo nome, sarebbe molto difficile notarlo nella vita cittadina.
Quella scritta sull' Alfa Romeo e' l' unica concessione che Bucci e la sua Ginny (Virgina) fanno nelle vesti di divi, vesti che del resto non gli calzano affatto.
Nelle interviste addirittura sembra timido: un filo di voce, calmo, umile, tutto il contrario dell' ariete che scende in campo.
Parla sempre di squadra e non va mai sopra le righe: e' un professionista serio e si vede.
Un professionista a tutto tondo.