1973 - IL PALIO INSEGNA
Novembre 1973 - Dentro e fuori il campo nella Mens Sana del primo anno in A c'era tanta Siena: Fabio Giustarini, Daniele Sensi, Fabio Bruttini, Riccardo Bani, Dino Ninci, Umberto Campanini, coach Ezio Cardaioli, Giorgio Brenci, Alvaro Finetti e poi ... e poi ... tanti.
Il "Giusta" è alfiere di piazza della sua Contrada, il Nicchio. Il ragazzo dei Pispini è soprannominato "Chiodo" perchè lungo e secco e per la palla al balzello ha un ulteriore significato: quello di restare "inchiodato" ai tiratori più forti
avversari. "Chiodo" ha braccia lunghe e riflessi eccezionali. Delle sue qualità cestistiche se ne accorge anche Aldo Giordani che gli dedica un articolo sui "Giganti del basket" dal titolo eloquente: "Un chiodo in terra, in cielo e in ogni dove ..."
Dicevamo .... nella colonia senese insieme al "Chiodo" troviamo "Lacrima" o "Mugugno" ovvero il Sensi della Pantera, "Umbertino" del Leocorno, il poggibonsese Bani contradaiolo acquisito dell'Oca, il "figlio del presidente" Bruttini della Chiocciola, "Brontolo" Alvaro
Finetti l'indimenticabile massaggiatore della Lupa, il "Carda" della Selva ... insomma le contrade sono tutte ben rappresentate.
Un altro chiocciolino che orbita e lavora nelle retrovie della Mens Sana è Roberto Morrocchi, allenatore della squadra Cadetti e vice di Brenci negli juniores. Roberto ha anche un compito particolare e meno pubblicizzato, quello di scrutare dal vivo le squadre avversarie.
Siamo in un'epoca in cui non esistono video, registrazioni, fermo immagini, replay e tutto quello che tecnologicamente negli anni successivi verrà utilizzato per visualizzare il gioco delle squadre rivali e scoprirne i segreti tattici.
Così il giovane Roberto si sobbarca migliaia di chilometri in auto o in treno per spiare e copiare gli schemi delle altre formazioni italiane. Ma le strategie paliesche, gli intrighi che solo nella città del Palio trovano giustificazione e motivo d'esistere, hanno la loro
influenza anche fra i senesi del basket; il bravo Roberto della Chiocciola si trova così in più occasioni a far opera di spionaggio in un modo che a definirlo molto curioso è poco: "In tre o quattro accasioni, cosa che può accadere solo nella città del Palio - confessa -
restai chiuso in un bagno vicino allo spogliatoio della squadra ospite, ad ascoltare le ultime raccomandazioni dettate dagli allenatori avversari. Agli hurrah di incitamento di gruppo sgusciavo rapidamente fuori dal bagno, entravo nello spogliatoio della Sapori (Mens Sana)
e riportavo con precisione cosa avevo sentito. Padroni di crederlo o no ma così stanno le cose !"
* da "J love this game" (S. Fini) e "La Fabbrica dei canestri" (R. Morrocchi)
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