Il grande orologio che già prima del 1360 faceva (e fa) bella mostra di se nella Torre del Mangia,
nel tempo è stato oggetto di particolari cure, controlli e cambiamenti, anche fondamentali operati da
parte di un corpo di "maestri" specializzati, allora conosciuti col nome di "temperatori".
Per rispetto della cronaca è giusto evidenziare che l' orologio di Piazza del Campo ha sempre procurato
un sacco di noie e la sua manutenzione non è mai stata "un boccon da ghiotti", per dirla in modo tradizionale.
Il primo maestro fu Perino; a lui seguirono Bartolomeo Guidi, fra Luca dello Spedale, Michele di Memmo
poi Bertino di Rouen ed altri ma le noie ed i guasti non cessarono. L'orologio nell'ambito dei "temperatori"
si era procurata la non nobile fama di "orologio rompi-palle".
Infine, nella primavera dell'anno 1400, fece la sua comparsa in Siena don Gasparo Urbani, sembra di
origini e provenienza umbre.
Don Gasparo aveva scritto una lettera al Governo della città per offrire i suoi disinteressati servigi
per cimentarsi nell'impresa di far ben funzionare l'orologio di Piazza: " ...e no voglio guadagnare con voi
altro che l'onore e la fama..."
Fama ed onore che, del resto, Gaspero godeva già per essere stato l'autore di monumentali orologi, dal Rialto
di Venezia al municipio di Orvieto.
Questo "temperatore" giunto a Siena fece appena in tempo a rimettere in sesto l'orologio, perchè la morte lo colse
nell'agosto dello stesso anno in cui era arrivato.
Si profetizò a seguito da tale evento "che il tempo dovesse eternamente fermarsi nella città magica di Siena".
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L'orologio di Piazza del Campo
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