PALIO STRAORDINARIO IN ETIOPIA

Dalla corrispondenze di Dino Corsi dall'Africa Orientale (1937-1939), un senese che in quel periodo si trovava nel villaggio di Ambaciara in Etiopia, veniamo a conoscenza che, insieme ad un gruppo di legionati senesi, organizzò un Palio straordinario in quelle terre d'Africa.
Ripotiamo qui sotto alcuni passi della sua corrispondenza.

13 maggio 1938 - I legionari a "Siena d'Etiopia"

Tra il rosseggiare del tramonto, una colonna di autocarri e' partita portandosi un carico umano prorompente, attraversi canti di guerra. E a notte inoltrata, nel fondo di una gola ove ha termine la pista camionabile, tra il groviglio dela vegetazione tropicale il battaglione ha sostato, riposato alcune ore all'addiaccio in attesa dell'alba.
Col sole gli uomini hano interrotto il breve riposo e lentamente - perche' tutti portavano il fardello pesante degli zaini - si e' iniziata l'ascesa dell'erta, conducente al pianoro attraverso una mulattiera ripida snodantesi tra il fitto della boscaglia. Per ore e ore legionari, ascari della banda di Ambaciara, venuti incontro al battaglione, quadrupedi hanno arrancato su per l'impervio sentiero, fino a che l'occhio non ha visto in lontananza il profilo dell'Amba e la ridente altura, tutta cinta da fortificazioni, ove ha sede la R. Residenza del Belesa.
Gli ultimi chilometri sono stati divorati. Ordinatamente i reparti hanno marciato verso la nuova destinazione: verso la cittadella tipicamente coloniale, che coll'arrivo del 97.o ed in omaggio a questo doveva assumere, in aggiunta alla denominazione geografica, il nome di Siena d'Etiopia.

"Siena d'Etiopia"
Una collina di pretto colore toscano, ove gli olii crescono spontanei e rigogliosi portando una nota campestre in questo lembo d'Africa Italiana, e' il luogo ove, in meno di due mesi, la fattiva volonta' di pochi connazionali ha creato uno dei piu' perfetti centri periferici dell'Amhara.
L'impressione di sapore nostrano svanisce appena si varca la soglia del recinto che delimita il territorio della cittadella ... poi tutto e' prettamente africano, tipicamente coloniale. Il villaggio-famiglie dei ragazzi appartenenti alle bande armate del belesa e di Amba Ciara, i "tucul" che ospitano la popolazione metropolitana e gli uffici del Governo e del Presidio.

Il Palio Straordinario
Si puo' essere uomini nel senso maschio della parola, si puo' essere soldati nati, si puo', per conseguita abitudine, non piu' sentire la nostalgia, ma quando un bel mattino, usciti freschi, freschi dalla tenda, si sente risuonare alle nostre orecchie l'augurio formulato da un camerata : "Buona Pasqua", il cuore ha una scossa e accelera i suoi battiti, il pensiero si volge automaticamente ad altre Pasque, ad altri auguri, e vola nella casa lontana: alla mamma, ai figli, alle spose, alle fidanzate, a tutti gli affetti umani... ed anche alla nostra Siena.
Non si e' ancora spenta l'eco delle grida gioconde salutanti la venuta dell'aereo che ci aveva portato la post che la tromba di servizio echeggia in note parimenti allegre: pappa-pa-pa...la Marcia del Palio! Ora e' un correre verso la sede della Residenza: "Tirano su le Contrade!" Tirano su le Contrade perche' oggi nel pomeriggio si corre il Palio, il Primo Palio di Siena d'Etiopia. Questo e' l'omaggio pasquale offerto dal Residente ai senesi: il Palio!
Non una parodia della nostra Tradizione, non un insulso rievocare della giostra, ma una manifestazione che per svolgersi in Terra d'Africa, nella cittadella imperiale che s'e' imposta il nome della citta' di Caterina Benincasa ha per noi che intensamente l'abbiamo vissuta un significato quanto mai grande.
Il sorteggio, effettuatosi alla presenza delle Autorita' e dei rappresentanti le Contrade, si svolge regolarmente. Prima ad uscire...e' la Tartuca.
Nel pomeriggio, un'ora prima della corsa, la consegna dei...cavalli (veramente dei muletti), le solite scene che svolgono nella Piazza il 29 giugno e il 13 agosto vedono ora a loro teatro il piazzale interno del forte. Il "Dacceloooo!" tradizionale risuona da centinaia di petti e non manca il caratteristico "beh!" all'indirizzo delle inevitabili "brenne". La sorte ha favorito Nicchio e Drago. E tra i nicchiaioli - massa rumorosa e clamorosa - e il gruppetto dei dragaioli si accende sorda la lotta. I pochi minuti che separano dalla gistra sono vissuti intensamente da contradaioli e dirigenti.
Specialmente i "mangini" si danno da fare per piazzare nel migliore dei modi e fogli da cento a loro disposizione; giacchè, per rispetto alle tradizioni, i "partiti" avvengono regolarmente.
Giunge l'ora, la pista della Residenza, che per la forma geometrica, somiglia un po' al "Campo", formicola di gente ansiosa e fremente. i tamburi e le trombe accompagnano la "passeggiata storica". In testa al corteggio e' il Palio, l'ambito premio, offerto al battaglione dalle genti di Ambaciara. Si snoda il corteo...e anche se mancano i costumi e le bandiere, son sufficienti le trombe e i tamburi a darci l'illusione che ci fa contenti.

"Al canape!"
L'ordine risuona nella pista e la moltitudine tace. Si apre la busta (tutto in regola, come a Siena) e le contrade prendono posto alla mossa. Drago!...lo storno - il piu' veloce - entra per primo...ma i nicchiaioli han ben lavorato e, al calar del canape, il muletto non parte. Nicchio! Nicchio primo!...l'azzurro corre verso la vittoria, ma a "San Martino" (vogliamo dire alla prima curva) la bestia ha uno scatto e si fa raggiungere dal Drago che liberatosi dalla stretta delle Contrade...vendute, si e' fatto luce. Per due giri e mezzo Nicchio e Drago procedono appaiati suonandosi un sacco di nerbate, ma all'ultima curva del terzo giro, diciamo pure al "Casato", i due quadrupedi si impuntano, si fermano e non procedono oltre. L'Oca, rimasta fino ad allora in ombra, si fa largo a suon di nerbate e...vince. Sorpresa generale!
Nicchiaioli e Dragaioli, uniti dal...purgante, bestemmiano la loro rabbia mentre quei di Fontebranda, ricevuto il Palio dalle mani del Reggente, portano in trionfo il drappellone e inneggiano alla vittoria. Echeggiano gli stornelli tradizionali, il "Daccelooo!" risuona come rombo di cannone e i tamburi rullamo a festa. Agli ocaioli si sono uniti quelli delle contrade amiche...l'entusiasmo, il delirio sono reali, sono quelli a Siena. Ci sembra di udire il sommesso mormorio di Fonte Gaia, alziamo gli occhi come a cercare l'esile sagoma del Mangia e finisce l'incanto.

Dino Corsi



Corsi Dino e la 97a Legione Amba Chiara