1° ottobre 2009
Fino a maggio del 2010 sono tante e differenziate le iniziative promosse nella città del Palio tendenti a coinvolgere visitatori e cittadini alla riscoperta del suo carattere medievale.
Ogni fine settimana sarà possibile visitare i luoghi più inediti del medioevo senese, con appositi itinerari che prevedono la riscoperta dei sapori del medioevo.
Fra questi annotiamo la visita all’interno di uno degli edifici più importanti sorti sulla via Francigena, l’attuale complesso museale di Santa Maria della Scala, con il suo celebre Pellegrinaio, dove per l’occasione sono state allestite mostre particolari come quella che propone le storiche bandiere restaurate delle contrade conservate presso il Museo Stibbert di Firenze dal 1884.
20 aprile 1884
Il gentiluomo inglese Frederick Stibbert, eclettico collezionista amante dell'arte e pertanto fondatore dell'omonimo museo realizzato nella sua antica dimora, ha lasciato a Firenze un patrimonio di inestimabile valore culturale e storico, come la preziosa collezione di armi ed armature in uso tra il XVI ed il XVIII provenienti dall'Europa, dall'Asia, dal Medio e Vicino Oriente, gli arredi ed i quadri ad opera del Botticelli, di Luca Giordano, del Verrocchio, di Pietro Lorenzetti e del Bronzino.
Nel salone delle bandiere troviamo anche quelle delle contrade del Palio di Siena, antichissime e pertanto rarissime.
Lo Stibbert le acquista da un negoziante fiorentino, tal Gaetano Basetti, il 20 aprile 1884, come riportato sulla ricevuta conservata all'archivio del Museo, dove si legge che gli stendardi erano 17 e gli erano costati 1655 lire.
Considerate le più antiche tra quelle conservate, le bandiere - dipinte a mano in maniera mirabile su seta di buona consistenza - erano state poste a decorazione del soffitto di una delle tante sale del Palazzo.
Probabilmente per lo scopo erano sufficienti 12 bandiere, in particolare l'Onda, la Giraffa e il Leocorno, con l'unicorno raffigurato in corsa e non rampante su una veduta cittadina, quindi il Montone, la Civetta, il Nicchio, l'Oca, l'Istrice, la Tartuca, la Pantera, la Lupa e la bandiera del Drago, con quattro sfingi in perfetto stile neoclassico a dimostrazione che l'esecuzione è collocabile alla metà dell'Ottocento.
Mancano i vessilli dell'Aquila, del Bruco, della Chiocciola, della Selva e della Torre.
D'ora in poi La Sala delle Bandiere del Museo Stibbert, nonostante non accolga più gli originali, manterrà lo stesso effetto di indubbia suggestione grazie a delle copie fedeli realizzate in Olanda; le bandiere originali le abbiamo potute ammirare per un certo periodo di tempo al Santa Maria della Scala .
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