COME SI DIVERTIVANO I SENESI
Da cronache e pubblicazioni su Siena nel '900


Orchestrina al bar Impero

Il senese è stato da sempre un popolo chiuso ed ubriaco; chiuso entro le proprie mura ed ubriaco delle proprie tradizioni.
Ma è stato, anche, nel proprio intimo, un popolo godereccio, avaro con i forestieri ma spendaccioni con i suoi compari
Le meraviglie della città come le bellezze della campagna hanno da sempre potenziato l'indole gaia di questa gente che sin "dall'epoca dell'epoca" sembravano avere le idee assai chiare su come divertirsi:
"Tre cose mi sono di sommo grado:
la donna, la taverna ed il dado
queste mi fanno il cuor lieto sentire".
Cecco Angiolieri

Ma ecco come si divertivano i senesi in epoche piu recenti da quella del "sommo Cecco", nei primi decenni del secolo passato.





LE SCAMPAGNATE DI FUORI PORTA IN DILIGENZA


Nei primi anni del'900 andavano molto di moda le scampagnate nelle varie osterie che si trovavano nei dintorni della città: Montalbuccio (nella foto), la Tognazza, il Giuggiolo, Malafrasca, la Coroncina, l'Eden (vicino Palazzo Diavoli). Questi luoghi venivano raggiunti a piedi; anche se, in alcuni casi e per altri dove le località erano più distanti, veniva fatto uso di una diligenza con cavalli.
Nel 1936 Silvio Gigli, in un suo scritto, ci racconta:
"Una comitiva di uomini e donne, per recarsi in aperta campagna a far meranda, a fare delle sbaldoriate o per recarsi a pescare nell'Arbia, Merse o nell'Ombrone, faceva uso delle diligenze a tiro a due o anche a quattro cavalli. Ma i pesci potevano vivere tranquilli, mentre chi si doveva ben guardare erano i fiaschi di vino ed i polli arrosto che i gitanti portavano con loro. Al ritorno poi tutto ricadeva sui cavalli delle diligenze che dovevano trottare ininterrottamente per l'ebrezza dei viaggiatori, canterini ed allegri oltre ogni dire".



TUTTI AL MARE O A ROMA CON I TRENI FESTIVI

Nel 1931 era partita l'iniziativa dei "treni festivi", gite popolari organizzate dalle ferrovie a prezzi ridotti che permettevano anche a chi non aveva grandi possibilità e non si era mai mosso da Siena, di trascorrere una giornata al mare (mai visto da più di due/terzi della popolazione) o fare una "visita lampo" nella capitale; poi, visto il successo dell'iniziativa, il numero delle città da visitare con i "treni festivi" organizzati dalle ferrovie, aumentò.
I treni per il mare partivano alle 5 e alle 5,10 di mattina con destinazione Viareggio e Livorno; per visitare una grande città occorreva invece più disponibilità di tempo. Per la gita a Venezia la cronaca dell'epoca parla di 1.200 partecipanti; partenza alle 21 del sabato e ritorno alle 6 del lunedì.
Qui a fianco è possibile vedere un gruppo di senesi in gita a Roma



IL CARRO CINEMATOGRAFICO

Il 18 marzo 1897 i senesi avevano fatto il loro primo incontro con il cinema, assistendo al Teatro dei Rozzi ad una "serie di quindici avvenimenti di fotografia animata".
Poi ad inizio secolo aprirono due locali frequentati, come dice la cronaca dell'epoca, "da una costante clientela reclutata fra le classi più distinte". Questi erano il Cinema Senese in via Montanini, di cui vediamo la sala d'ingresso nella foto a lato, ed il Cinema Moderno di piazza Tolomei.

Ma il cinematografo divenne divertimento conune molti anni dopo ed ebbe la sua consacrazione nel marzo del 1934 quando fu presentato ai senesi il "Carro Cinematografico, una vera realizzazione della tecnica moderna che permetteva la proiezione in piccole e grandi sale e persino all'aperto" come sottolineava il giornale la "Nazione" di quel periodo. Il bello fu che il Carro Cinematografico, di cui vediamo sotto il mezzo di trasporto, aveva la possibilità di spostarsi e pertanto girare tutta la provincia; il divertimento era assicurato anche nelle campagne.


LA TOMBOLA

Era lo svago per tutte le età e per ambo i sessi; organizzato da numerose società e persino in piazza del Campo subito prima dell'effettuazione della Prova Generale del Palio.
La tombola era il "gioco d'azzardo" lecito e consentito anche se nel marzo del 1927 la "Nazione" scriveva: "In tutte le Società seralmente, dopo cena, si riuniscono decine e decine di persone appartenenti al nostro popolo per tenere le sorti della tombola che qualche volta fa intascare al vincitore anche qualche centinaia di lire. Possiamo dire che il gioco comincia a farsi pesante".
Evidentemente la cosa stava assumendo aspetti che rischiavano di degenerare se consideriamo anche il fatto che le Società si erano organizzate in modo tale che appena una di esse terminava, chi aveva giocato poteva spostarsi in un altro locale e prendere nuovamente parte al gioco. Sta di fatto che intervenne la Prefettura vietandone l'attività; sulla "Nazione" del 13 ottobre troviamo scritto: "Ieri sera il pubblico che da qualche tempo era avvezzo frequentare i circoli Risorgimento e Nuova Aurora, ha avuto la sgradita sorpresa di trovare i portoni sprangati per una ordinanza della Prefettura che ordinava la cessazione del gioco della tombola".
Questa decisione suscitò malumore e rivolta, a tal punto che il divieto venne revocato ed, addirittura, organizzata una pubblica tombola in piazza UmbertoI° (piazza del Campo).



LO SCANDALO DEL TENNYS BALL

Nel luglio 1923 il giornale "La Scure" parla, senza mezzi termini, di "viziosi del gioco d'azzardo", parla di "un gran numero di avventori del caffè di via Cesare Battisti gestito da Guido Pieri e della Ghiacciera di via dei Termini di Alfredo Mancianti, chiusi ambedue dalla questura nel '29 perchè all'interno veniva effettuato gioco rovinoso.
Interessante, in tal senso, ricordare lo "scandalo del Tennys Ball". Il 16 settembre 1922 il "Popolo di Siena" scriveva: " Sotto la guida di due o tre elementi venuti da fuori è stato introdotto a Siena ad uso e consumo dei gonzi il gioco americano del Tennys Ball..." I due proprietari avevano impiantato il loro esercizio in un ex garage che si trovava alla Lizza, lato Hotel Royal (vedi foto a lato) e poi, a seguito dell'aumento delle frequenze si trasferì anche in via dei Termini nel locale della società Nuova Aurora.
Ma i due tenutori e le loro due amanti furono arrestati per truffa e gioco d'azzardo non consentito; dieci furono le impiegate che ricevettero un mandato di comparizioni per complicità. Il processo fu seguito con molto interesse ed attenzione da tutta la cittadinanza. Dai verbali del processo è possibile ricostruire sommariamente le modalità del gioco: le ragazze avevano il compito di lanciare alcune palle su una specie di pannello contrassegnato da numeri, I giocatori scommettevano su varie combinazioni e vincevano se queste, grazie ai tiri delle ragazze "lanciatrici", si verificarono.
In poche parole la Nuova Aurora si era trasformata in un Casinò dove si giocava ad una specie di roulette per la gioia e delizia dei "viziosi senesi".

LE SALE DA BILIARDO PER SOLI UOMINI

Un'altra forma di divertimento molto in voga era il biliardo che insieme al gioco delle carte caratterizzava il passatempo serale più abituale per gran parte dei senesi.
Oltre a qualche società di contrada all'avanguardia e a qualche circolo privato più chic, esistevano vere e proprie sale da biliardo dove gli appassionati si ritrovavano, quali quella del Bar La Posta e della ditta Mari Giulio & Figlio in piazza Umberto I°, del Cafè Il Confortabile in via del Re e del Cafè Ciani in via di Città.
Come le sale da gioco per le carte questi locali erano avvolti da una nuvola di fumo costante perchè in vi erano divieti in tal senso mentre ve ne erano per l'gresso di donne e bambini; infatti in molti di questi vi era il cartello: "Divieto l'ingresso ai minori ed alle donne"



LE CASE DI TOLLERANZA O CASINI

Altro luogo molto frequentato, anche in questo caso da soli uomini, erano le case di tolleranza o case "chiuse". Molto frequentati perchè di casini, come tutti comunemente li chiamavano, nella piccola Siena ve ne erano molti e tutti molto frequentati: in via delle Vergini, non casuale il nome di questa strada che risale ad epoche lontane; in Castelvecchio vi era la più antica, la "Chiccona". Vi era poi, fra le più famose, in via del Rialto, il casino abbastanza popolare di "Iride", la leggendaria sora "Iride" o zia "Iride", come amavano chiamarla i suoi adorato studenti che da lei conoscevano le loro prime esperienze sessuali. Non meno prequentata "Villa Cristina" in via Malizia nei pressi della stazione, sicuramente il bordello più chic della città, i cui prezzi lo rendevano abbastanza esclusivo e non addetto a tutte le tasche, dato che ogni prestazione costava più del doppio del Rialto.
L'ingresso era vietato ai minori di 18 anni ed il casino rappresentava praticamente una tappa obbligatoria nello sviluppo fisico e sessuale di tutta la gioventù di sesso maschile. Le "signorine" normalmente sostavano nelle "case" 15 giorni, la cosiddetta "quindicina" ed a ogni ricambio era tradizione che le nuove arrivate facessero passarella per le vie della città a bordo di una carrozza per mostrare le loro grazie ai possibili clienti.

LA GUERRA FERM0' I CONCORSI IPPICI

Siena negli anni '40 dimostrò di avere una grande passione per i concorsi ippici. Il filling naturale e storico con il cavallo derivante dal Palio fece sì che "i salti ad ostacoli per i cavalli" diventassero un vero e bel divertimento per la parte più "in" della popolazione. Ma a decretarne la fine, dopo una brevissima durata, fu l'entrata in guerra dell'Italia.
Il campo con gli ostacoli per queste gare ippiche venne effettuato in piazza d'Armi in un'area di circa 6.000 metri quadrati ( vedi foto a lato) sul terreno precedentemente occupato dal campo provvisorio dell'A.C. Siena, spostato finalmente al Rastrello.
Il progetto prevedeva successivamente anche la costruzione di un area coperta adibita ai cavlli, poi garage Italia ed attualmente palazzo con civili abitazioni e sede di vari uffici del Momte dei Paschi e della Banca Toscana; spazio scuderie mai realizzato.
La realizzazione dell'intera opera, che prevedeva anche l'effettuazione di gare notturne perchè era stato effettuato "un vasto servizio di illuminazione elettrica formato di venti lampadari" costò all'Amministrazione Podestarile 300.000 lire.

L'impianto veniva quotidianamente adoperato dalla Società Ippica che poteva contare su un ottimo lotto di cavalli; questa praticava anche speciali agevolazioni agli iscritti G.i.f. e G.u.f. (organizzazioni fasciste giovanili e studentesche) per coloro che si fossero voluti avvicinare a questa disciplina sportiva.
L'inaugurazione del nuovo campo avvenne il 28 ottobre 1939, anniversario della Marcia si Roma.


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