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Siena 10 giugno 2024 - Posted in: Basketsiena.it | Fonte: Il Cittadino on line |
Il futuro del basket senese

Riproponiamo in questa pagina (sotto) l'interessante iniziativa avuta da Augusto Mattioli sul Il Cittadino on line: il giudizio di giornalisti locali ed addetti ai lavori sul "futuro del basket senese". Cosa ci prospetta il futuro, cosa si devono aspettare sul tema i tanti appassionati di questo bellissimo sport molto amato a Siena.
Su BsketSiena.it riproponiamo i due articoli che ci interessano in modo particolare perchè scritti da due inserzionisti che pubblicano su queste pagine, Stefano Fini ed Umberto De Santis.
Lo riproponiamo con piacere anche perchè quello da loro sctritto ha avuto diversi consensi; giudizi positivi anche su ciò che andrebbe fatto in futuro, ovvero come programmare il futuro. Apprezzabile anche quel pizzico di critiche che troppi in questa città continuano a nascondere sia sui contenuti sportivi (nello specifico il basket) che in altri in generale.
Orlando Papei

Quelli di Basketsiena
hanno scritto sul Cittadino on line     

STEFANO FINI:
Il futuro del basket senese. Titolo di tre parole ed ognuna di queste apre mondi vasti, interessanti, attuali. Il futuro credo sia in questo difficile momento storico della vita dell’umanità una delle cose che maggiormente ci preoccupano, mai è stato tanto incerto e complicato. Anche il basket sta vivendo uno dei peggiori momenti della sua storia. Quello italiano sta nel “silenzio dei morti”, o quasi, e sembra soffrire la vecchiaia e gli acciacchi del suo presidente e pur avendo in Lega A due/tre importanti nomi imprenditoriali a darne lustro (Armani, Segafredo, Umana) queste non danno nè spinta nè gloria; peggior momento persino per quello d’oltreoceano, anche se le motivazioni sono di altra natura. Il senese lo sappiamo è entrato in crisi da quando lo è stata la sua banca ed ora tutta Siena dovrà farne a meno e pochi dimostrano di saperne fare a meno. Anche nel contesto sportivo, compreso il basket, lo vediamo.

Questa stagione ha dato a molti l’idea di una ripresa del movimento senese grazie ad una Virtus in B interregionale con una squadra ambiziosa, grazie ad un Costone in C dominante con passione & denaro della famiglia Montomoli, e grazie soprattutto a quella fiamma di tifo mensanino ritrovato dopo lo spin-off. Ma tutto questo come lo ospettive può avere?

Nel settore giovanile le tre società sono ben impegnate. I conti ed i numeri tornano per tutte. Il movimento a partire dal minibasket ha superato le crisi passate sofferte di riflesso. L’humus è, ed è sempre stato, buono. Però ricordiamoci che anche nei settori giovanili abbiamo nuove dinamiche da seguire (nuove tecniche di allenamento e coinvolgimento). Il basket senior, di un certo livello, quello voluto e sognato giustamente dalla piazza, necessita di risorse economiche consistenti arrivabili con progetti interessanti e con venditori coinvolgenti. Il brand Siena deve ritrovare credibilità e, di conseguenza, investitori. Ma questi vengono cercati? Chi lo ha fatto, vedi Pistoia, li ha trovati; addirittura all’estero, in America. A Siena c‘è questa volontà? Chi ci ha provato nelle stagioni passate è stato fortemente ostacolato. Le tre società senesi hanno al momento attuale lo stesso obiettivo massimo: arrivare alla B nazionale. Ma la torta dei desideri del popolo del basket senese è questo che vuole, e che si merita di avere?  

Delle tre quella più pronta a raggiungere un traguardo del genere (la serie B nazionale) sembrava essere la Virtus Siena che portava in eredità dalle ultime vicende Mens Sana l’interessamento (sponsor) per la pallacanestro di Maurizio Sani (Stosa). Pronta anche perché sul mercato aveva speso facendo vedere che l’attuale B interregionale sarebbe dovuta essere solo una stazione di transito. Così non è stato; potrà essere l’anno prossimo ma cambia poco. La Virtus nelle sue dimensioni è un gioiellino ma non la vediamo pronta e strutturata per livelli maggiori. Il bacino d’utenza lo abbiamo misurato al PalaCorsoni, Siena è una città di Contrade e l’appartenenza non si cambia; Siena del basket ha già indicato le appartenenze fra Mens Sana, Virtus e Costone. Quale dovrebbe essere il futuro della Virtus: gli scudetti giovanili conquistati negli anni d’oro del basket senese dovrebbero rappresentare un obiettivo di lavoro e di programmazione, altri obbiettivi sarebbero devianti e di poco senso ma al momento saranno quelli cercati, la serie B.

Il Costone approderà alla B interregionale nel breve futuro e riteniamo abbia i presupposti per ambire e raggiungere il massimo detto sopra, la serie B: palazzetto (Montarioso), sponsor (Vismederi) e le giuste ambizioni del presidentissimo Emanuele Montomoli. Il resto è da ricercare o inesistente. Le figure storiche di questa società sono legate a logiche non più contemporanee. Il bacino di utenza lo abbiamo verificato in questa stagione di massimo storico nelle prestazioni: qualche centinaia di persone. Quale dovrebbe essere il futuro del Costone? Da tempo hanno una squadra femminile che staziona a discreti livelli, in questa stagione è arrivata ai quarti di finale play-off della serie B. Il Costone dovrebbe regalare a questa città una squadra femminile che raggiunge i massimi livelli nazionali. Il futuro, anche nello sport, vede le donne sempre più protagoniste. La Siena del basket vestita in rosa è tutta da scoprire, da prendere, da appassionare. C‘è materiale su cui lavorare ma in modo professionale e programmato. Il presidentissimo Montomoli lo vedremmo bene ricoprire questo ruolo ... ma poi, nel futuro che vivremo e vedremo si accontenterà come obiettivo (non poco costoso) di una serie B maschile.

La Mens Sana Basketball in questa stagione ha lavorato bene sulla propria immagine e sulla comunicazione. Ha saputo far forza e sfruttare al massimo i propri valori interni, storici: metodi di lavoro e di coinvolgimento, che portano ad una resa sul campo oltre il 110%. Ha ancora regalato a questa città le uniche grandi emozioni di questa stagione. Non può essere diversamente perché è l’unica che trasmette una fede di appartenenza tanto forte ed indelebile, perché è l’unica che può portare al palazzo 1500 persone anche in una serie C, quinto campionato nazionale. Ed il suo bacino di utenza non si limita al numero detto sopra perché un numero maggiore con un cuore biancoverde sino alla morte ritornerà quando la vedrà ai livelli che le competono. E’ l’unica ad avere anche sostenitori in altre città ed all’estero (come è stato verificato quando fu fatto il salvataggio popolare). I derby della Mens Sana non sono da considerarsi quelli contro il Costone e la Virtus; sono nei numeri e nella storia quelli contro Pistoia, Livorno… e le grandi sfide, fuori dalle mura e dai confini, sappiamo tutti quali sono state… quindi il futuro non può che tenerne conto di tutto questo. La Mens Sana ha il problema di trovare la persona che la porti ad essere bella nel suo mondo con le potenzialità che servono… e non viceversa, persone che vogliono farsi belle con la Mens Sana. Così al momento deve accontentarsi di sognare, come obiettivo, la serie B.


UMBERTO DE SANTIS:
Il futuro del basket a Siena è un tema interessante, quasi quanto il futuro del basket in Italia, che mestamente – dopo la fine della Montepaschi che fu – si sta incartando in un declino pari all’avanzare dell’età del presidente federale. E nonostante la presenza di due aziende imprenditoriali come Segafredo e Armani, che nella prima metà degli Anni Dieci di questo secolo non c’erano o erano presenti con un ruolo societario e un ruolo finanziario diversi da quello attuale, il declino continua. Ma non divaghiamo oltre,
e torniamo a parlare delle lastre senesi.

Qui ci vuole un altro distinguo. I settori giovanili dalla pallacanestro degli adulti. Nel caso del settore giovanile le tre società storiche stanno continuando a fare il loro compito encomiabile. Nonostante la bulimica attrazione del calcio e della sua cattiva produzione sportiva su cui ci sarebbe tanto da raccontare, il numero di ragazzi sfornati dal minibasket locale è sempre interessante. Sono loro che tengono viva la fiammella della pallacanestro in città e in qualche modo il venir meno di quei due settori giovanili con foresteria che si dividevano gli scudettini Under non ha lasciato scorie negative e macerie su cui versare il sale come fece Scipione Emiliano sulle rovine di Cartagine.
Per quanto riguarda il basket “degli adulti” condizioni oggettive rendono estremamente complessa la possibilità che una delle tre squadre possa mettersi nelle condizioni di aspirare a qualcosa di più di una B Interregionale. Non c’è un bacino di utenza di alcun rilievo intorno al migliaio di tifosi che ancora raccoglie la Mens Sana e ai 5-600 di Costone e Virtus messe insieme, né uno sponsor minimamente paragonabile al Monte dei Paschi che fu, né quella congiunzione astrale che rese il club di Viale Sclavo unico ricco Paperone d’Italia mentre i Benetton, la Virtus e la Fortitudo tramontavano tra rinunce e fallimenti.
La pallacanestro di vertice, che sia serie A, A2 o B Nazionale, necessita di un budget adeguato e crescente alla luce delle riforme che sono entrate in vigore nelle ultime stagioni. Mancano i cosiddetti “progetti” o almeno noi non riusciamo a trovarli dietro le varie dichiarazioni di intenti dei protagonisti attuali. Anzi certi annunci a sorpresa di sponsorizzazioni ammiccanti (Betsson.sport), o di strutturali più o meno importanti (Stosa o Vismederi, ad esempio) ci lasciano alquanto indifferenti. C’è poca o scarsa ambizione, c’è poca capacità di creare nuovi presupposti, c’è ancora gente che ragiona secondo parametri di un tempo, per quanto temporalmente poco lontano, che temiamo non tornerà più.
I fanfaroni del Consorzio che c’è stato hanno trovato nei Macchi il capro espiatorio, una cosa che va bene per il tribunale civile. Sapevano tutto loro, ma poi anche in questo settore a Siena si è visto che senza i soldi della banca non si è capaci di fare nulla. Mentre altri consorzi come Varese e Treviso, che calcano le scene della serie A con le loro ricche province, o Pistoia che ha saputo sanare le sue difficoltà economiche al punto di avere stuzzicato l’interesse di una cordata americana, che ha già firmato per esserne proprietaria, vanno avanti crescendo, qui è stata bruciata per sempre una possibilità di creare quell’humus brulicante, che porta vita economica e sportiva di alto livello. E allora forza con i settori giovanili aggiornando le tecniche di allenamento e sfruttando le nuove regole di ingaggio, che sono state introdotte da quest’anno. Produrre giovani locali da lanciare nelle serie intermedie e magari un paio di giocatori che possano aspirare alla serie A è il passo imprescindibile e quello che è sicuro è che ci vogliono competenza e voglia di girarsi le scatole. In fondo la Mens Sana negli anni Settanta non è andata in serie A con Bucci, Vroman e Behagen. Questi sono arrivati dopo. In A ce l’avevano portata i “ragazzi” locali: senza capacità di budget è questa la soluzione più sana che riusciamo a proporre.


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