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STORIE DI SPONSOR E MAGLIE
SIENA 1 ottobre 2019
FONTE : Redazione BkS | Stefano Fini
FOTO: (la prima dell'articolo) maglia della Mens Sana di Lucius Davis
Divagazioni sul tema maglie-sponsor. Divagazioni in parte necessarie e dovuto per non annoiare eccessivamente su un tema che lascia poche argomentazioni interessanti. Così proponiamo qualche curiosità, evidenziando alcune volte quei particolari che sfuggono ed altre evidenziando quelle rarità logicamente sempre in tema maglie (canotte) e sponsor.
Il campo operativo sarebbe vastissimo; impossibile, corredandolo con foto, contenerlo in una pagina considerando che dalla metà degli anni '60 del secolo scorso sono stati 14 gli sponsor che si sono avvicendati sulle canottiere biancoverdi: Algor, Sapori, 3A Antonini, Mister Day, Conad, Ticino Assicurazioni, Olitalia, Comerson, Cx Orologi, Fontanafredda Vini, Ducato Gestioni, Montepaschi , Gecom, Soundreef, On Sharing.
Se poi consideriamo che ognuno di questi sponsor ha prodotto mediamente 3,2 tipi di maglie questo equivarebbe a 45 maglie complessive; capite che è impossibile ripresentarle tutte.  
Quindi prendiamo alcune foto con contenuti particolari e curiosi che ci permettono di fare anche qualche divagazione sul tema. Come riteniamo lo sia questa maglia della Mens Sana riportata a lato. Quanti se ne ricordano?
Siamo nella stagione 1996/97. Il giocatore è Lucius Davis ed ha indossato questa maglia della Mens Sana durante la Coppa Italia che in quel periodo conosceva una fase giocata prima dell'inizio del campionato. La Mens Sana è nell'attesa dello sponsor ufficiale; sarà poi Fontanafredda. Quindi per alcune partiite giocò con questa canotta Nike bianca con bordi verdi-nero antracite e con un enorme stemma verde chiarissimo della Polisportiva Mens Sana al centro. La curiosità sta tutta nello stemma e la rarità nelle poche volte indossata. Non ci risultano capi in circolazione come pochi coloro che la ricordano.

Rimanendo sullo stemma della Polisportiva che ha quasi sempre fatto parte della divisa della squadra  c'è da annotare una prima curiosità storica: nel primo sponsor
importante riportato sulla maglia bianco-verde della Mens Sana lo stemma al centro non è quello tradizionale della Polisportiva ma quello della Balzana come vediamo dalla foto di Paolo Mannari con la maglia Algor Mens Sana. Canotta bianca con scritta sponsor verde come i bordi, ed al centro lo stemma della Balzana con la scritta a cornice Mens Sana Siena verde come i pantaloncini. Lo spezzato era di moda. La seconda maglia era verde con scritte e bordi bianchi.  

Perchè abbiamo parlato di "primo sponsor importante"?
Algor, il primo sponsor, era uno stabilimento del gruppo Ignis, collocato in viale Toselli (l'attuale Whirlpool). Ricordiamo che l'Ignis era il grande sponsor della famiglia Borghi che, abbinato alla Pall. Varese, dominava il basket in Italia ed Europa.
Il solo pensiero che un marchio di questo gruppo si abbinasse ad una squadra senese era motivo di sogni di gloria. La realtà comunque non si discosta molto dal sogno. Infatti chi se lo sarebbe accaparrato fra Mens Sana e Costone avrebbe cambiato la propria storia. Tutto si decise nel derby con il Costone del 5 marzo 1967.  La Mens Sana vinse derby (64-63) e campionato. Così ad attendere la squadra vincitrice di quel campionato vi fu quello sponsor importante: "Algor" che garantiva certezze e futuro... e fu così per la Mens Sana.
Dopo arrivò il marchio Sapori, l' industra dolciara senese per eccellenza di un tempo. La Sapori ha fatto la storia della Mens Sana dal '71 al '83 anche se non in modo continuativo. La fabbrica era collocata fuori porta Camollia in viale Don Minzoni (vedi disegno dell'epoca) con ultima sede a metà di via Cavour.
Sapori divenne importante creando più sedi in tutta Europa e permettendo l’ingresso dii partner internazionali, come J.Lyons e Allied Breweries Limited tra il 1972 e il 1980. E' poi passata nel nuovo millennio a far parte del gruppo Colussi.


Nei primi anni '70 l'amministratore delegato della Sapori Quartinieri con Pasqualini si accordano con il pres. Mens Sana basket mensanino, Fabio Bruttini ed Alberto Corradeschi per una importante sponsorizzazione che garantirà il salto ed il mantenimento nel campionato di vertice in serie A della Mens Sana.
La maglia è accattivante; il designer fu realizzato da Italo Migliorini. La scritta si sviluppa leggermente in trasversale. Su un fondo verde una fascia bianca bordata di giallo ocre, terra di Siena, con la scritta Sapori in rosso, colori dello società. All'altezza del petto, a destra, la scritta Mens Sana. Questo è l'altro caso in cui la Polisportiva non è riportata in maglia con il suo logo identificativo. Ancora spezzato con pantaloncini bianchi con tre righe verdi che riprendono i calzettoni. Molto bella; qui la vediamo indossata da Cosmelli e Franceschini.
Diverse le varianti apportate negli anni. Da evidenziare quella del 1976 che nella seconda maglia (spesse volte usata) fu tolto per la prima volta nella storia delle canotte della Mens Sana il verde. La maglietta è bianca con la scritta Sapori rossa che resta trasversale mentre i pantaloncini sono arancioni con tre bordature bianche. Solo nei calzini ritroviamo un verde scuro  come vediamo nella foto di Alberto Ceccherini ed Enrico Bovone.

Nel dopo-Sapori tutti gli sponsor primari hanno l'intermediazione della Banca MPS  o in quanto clienti di questa (gli Antonini 3 tre cugini Ivo, Alvaro e Ezio Antonini di Verona; Olitalia del gruppo Cremonini; Mister Day del Gruppo Parmalat ecc.) o, successivamente, aziende con partecipazioni azionaria della Banca all'interno di queste (da Fontanafredda, Ducato ecc.) fino alla sponsorizzazione diretta della Banca. Con la sua uscita vi è un ritorno alle origini con accordi personali (Gecom, Soundreef ecc.), una pagina tutta da riscrivere.
Tornando alla maglia facciamo notare come curiosità che, negli anni '90, la maglia della Ticino Assicurazioni ripropone lo sponsor su una fascia orizzontale, questa verde con scritta bianca proseguita da due linee nere laterali tutto su base bianca. La bordatura è verde mentre il girocollo per la prima volta è più alto (più aderente al collo, più a maglietta che a canottiera) I pantaloncini restano ancora aderenti; bisognerà attendere l'epoca sponsor Ducato per averi pantaloncini ampi, XXL.  .   
Nell'immaginario collettivo il primo cambiamento dei colori societari (bianco-verde) risalirebbe alla stagione 83/84 quando arrivò come sponsor la Mister Day. Come abbiamo visto sopra questa non fu la prima a togliere il biancoverde come non sarà nemmeno l'ultima perchè avremo anche l'annata con sponsor Conad con i colori maglia bianco-giallo-rosso.   
La Mister Day, impose i suoi colori, bianco blu; fu anche questo uno degli sponsor che face sognare la piazza. Merendine entrate in quegli anni nel mercato con programma ambizioso di diffusione. Il gruppo di cui faceva parte era di primissimo livello, la Parmalat, una delle aziende di punta dell'industria italiana. Azienda che investiva molto anche nello sport, calcio, basket, anche primo sponsor del Real Madrid basket e calcio. La Parmalat investì risorse importanti nel lancio delle merendine Mister Day. Sotto vediamo il video pubblicitario di quegli anni. Tante cose che fecero ben sperare e quindi il sacrificio dei colori societari poteva a malincuore essere accettato.
La maglia Mister Day è indossata dal giocatore simbolo di quegli anni, Lorenzo Carraro. Vediamo qui sia la prima che seconda maglia in cui il bianco ed il blu si scambiano. C'è solo la differenza che in quella blu il numero ed uno sponsor di
maglia sono di uno strano colore ruggine, forse color cioccolato al latte. Attraente per il basket la scritta ad arco.
 
La mglia nera. Il tifoso mensanino è abituato a collegare la maglia nera della Mens Sana basket agli impegni di Coppa internazionali. In effetti è quella che ci ha accompagnati in Euroleague ed anche all' Euro American Tour (NBA) negli Stati Uniti. Sotto vediamo un Alphonso Ford in Mens Sana alle prime Final Four di Eurolega con una maglia con il colore di base nero e numeri e bordi in bianco verde. Il tutto ricalca molto la prima maglia nera Mens Sana epoca Sapori che vediamo ancora più sotto.
L' altra dell'American Tour NBA fu realizzata in quegli anni dalla Kipsta Decathlon con un designer molto accativante e di successo; particolare nella grafica dei caratteri ma soprattutti per riproporre in maglia la torre del Mangia, simbolo della città, su un nero antracite di una
scala sotto al nero di base. Belli anche i riporti tricolori (verde-bianco-rossi per essere campioni d' Italiai) sulle stondature dei pantaloncini e sulla maglia a chiudere il girocollo a V. Negli anni successivi l'Olimpia Milano copiò idea e stile di raffigurazione proponendo sulle proprie maglie il duomo di Milano.
Ecco qui a lato la prima mglia nera.della Mens Sana.  Il nero che molto bene si accoppia con il biancoverde ha affascinato sin dai primi tempi sia la Sapori che  la 3A Antonini. Infatti nella stagione 1977/78 abbiamo questa prima maglia Sapori con canotta di base nera e bande e scritte bianche e verdi molto sobria ed elegante. Questa maglia ebbe il suo battesimo nella seconda gara di quella stagione e fu accolta con giudizi contrastanto. In molti vollero ribadire che nei colori base della Mens Sana non vi è il nero, solo bianco e verde. La numero 13 è di Carlo Dolfi e crediamo che non ci siano molte di queste maglie in giro. Maglia piacevole nella sua semplicità ed è stata molto ripresa nelle indicazioni di base nel modello di Euroleague che ci portò alle prime Final Four di Barcellona.

Dal '78 all' '81 c'è stata la parentesi della 3A Antonini e questa ha fatto della maglia con base nera e quella bianca le sue principali adoperate con una analoga frequenza. Come curiosità vi mostriamo un terza maglia: era blu notte poco usata e crediamo introvabile.
L' Antonini, 3A perchè i proprietari iniziali (nel 1945) erano tre cugini Antonini è stata una azienda veronese di calzature che si stava affermando sul mercato proprio negli anni dello sponsor. Grazie anche alla Mens Sana, società di serie A nel contesto del panorama cestistico, si trovò a fare proprio in quegli anni un cambiamento di rotta nella produzione delle calzature, da calzature di gran lusso a prodotti sportivi di qualità. La Lumberjack è la conseguenza di questa evoluzione nata nel 1979. A partire dagli anni Ottanta Lumberjack ha delocalizzato restando nel Mediterraneo e ha ampliato la produzione collocandosi in una fascia media e non tra le calzature di lusso. Nel 2012 è stata acquisita dal gruppo turco Ziylan.
Ancora curiosità e rarità: i pantaloncini della Fila del periodo sponsor Ducato e prima stagione Montepaschi sono stati i più XXL nelle dimensioni; mentre la maglietta a lato con il #13 di Kaukenas è una rarità.
E' la prima maglietta Montepaschi Mens Sana indossata dal giocatore lituano nella sua prima partita 2005/06. Oltre ad essere la prima di Rimas con tanto di autografo sull'uno, è una maglietta Montepaschi di brevissima durata introvabile. Fatta dalla Champions, verde bosco con al centro il logo Montepaschi e con uno sponsor di maglia piccolo a destra,  Quadrifoglio Vita (del gruppo AXA) poco riproposto, numeri tondi e "panciuti" mai riproposti.
Veniamo ora al logo di maglia della Montepaschi, un logo di successo; un qualcosa che può sorprendere inizialmente, lasciare delle perplessità ma poi ti prende, diventa estremamente piacevole e con grande capacità identificativa. E' stato un successo come i risultati che riportava la sua squadra.
La banca si era già avvicinata al basket nel tempo. Ricordiamo che già la Fontanafredda, società di vini e spumanti, controllata dalla Banca, firmò un contratto di 2 miliardi all'anno per due stagioni. Con questo accordo praticamente la Banca divenne di fatto proprietaria del 33%. Inoltre ci fu una sottoscrizione popolare che raccolse 600 milioni. L'operazione contò 3.000 firme al fine di salvare la Mens Sana afflitta da debiti per oltre 3 miliardi. La Banca come garante inserì in questo nuovo assetto societario un "uomo del Monte", un controllore ma anche un appassionato, Mario Naldini.
Con la successiva Ducato gestione la cosa prosegui molto positivamente, basti pensare che nell'estate del 1999 la Ducato Gestioni rinnova l'abbinamento portandolo a 4 miliardi di lire all'anno. Cominciano ad essere cifre molto importanti nel basket.
Per quano riguarda il marchio venne fatto un logo-maglia che testimonia un primo connubio grafico fra Banca e basket come possiamo vedere nella maglia di Emiliano Busca. Un cerchio centrale metà pallone di basket e nell'altra metà i tre monti simbolo della Banca.
Poi arriviamo all'era Montepaschi. Crescono le ambizioni e crescono anche consistentemente i soldi che la Banca dispone per il basket. Difficile quantificare quanti soldi sono stati dati al basket in quei 14 anni di sponsor, dal 2000 al 2014, un dato che possiamo dire con la massima certezza in quanto depositato presso la Canera di Commercio di Siena è quello relativo ai ricavi annuali e questi, a partire dal secondo scudetto (2006/07) fino al 2014, vanno dai 13 ai 20 milioni di euro a stagione. E' logico che la fetta più consistente di questi ricavi venga dallo sponsor principale di maglia e quindi ci sembra giusto e logico che sulla maglia oltre alla scritta "Monte dei Paschi banca dal 1472" venga inserito un  logo-marchio scelto dalla Banca stessa. Questo marchio è sempre stato trasferito di maglia in maglia nonostante le modifiche apportate dallo sponsor tecnico.
Nella maglia della stagione 2013/14 viene riproposto in grande, in grigio chiaro, la figura del giocatore del logo-marchio e su questo vorremmo soffermarci.
Nelle foto-maglia 2° - 6° - 8° scudetto dell'era Montepaschi, le varianti di maglia sono diverse a partire dallo sponsor tecnico, ai bordi, alla grafica e colore dei numero, su forma e stile girocollo. Possiamo però dire che sostanzialmente le cose che non variano sono due: il colore, verde si ripete, un verde bosco, tendente allo scuro, non un verde bandiera e sicuramente l'invariabilità del marchio.
Senz'altro quella figura che si adagia sui tre monti simbolo della Banca assecondandone la forma con palla e canestro piccoli ma ben evidenziati sanno ottenere il risultato voluto: farsi ricordare ed essere unici.
Come abbiamo ricordato l'ideatore grafico della prima maglia Sapori di successo vogliamo farlo anche per questo marchio che poi costituisce l'aspetto identificativo principale della maglia. Se nei primi anni '70 l'ideatore era stata una singola persona in questi anni 2000 parliamo di uno studio grafico, GS Studio grafico bolognese.
Lo studio nell'indagine realizzativa fece vedere dei bozzetti già esistenti su cui lavorare e cosa strana ma non poi tanto è che quell' atleta raffigurato nel logo era stato ideato in un precedente lavoro, poi non realizzato, per una locandina di pallavolo. Abbiamo detto "strana ma non poi tanto" perchè, se lo osservate attentamente, il movimento di quella figura è più da pallavolo che da basket.
Gli esaminatori del progetto grafico furono subito colpiti dal progetto grafico perchè è senz' altro qualcosa che si fa notare e che resta anche bene in mente .... insomma quel marchio venne accettato e fu una scelta vincente, di successo.
Se pensiamo che l'esaminatore di quel progetto grafico fosse stato il gestore di tutto, il Deus ex machina, Ferdinando Minucci sbaglieremo alla grande perchè il progetto venne esaminato ed ebbe l'approvazione della segreteria generale del Monte dei Paschi.

GLI SPONSOR STORICI ITALIANI ANTECEDENTI AL MONTE PASCHI SIENA ALTRE GRANDI CHE HANNO SEGNATO UN'EPOCA
  • Nel 1973, dopo 17 anni, 10 scudetti, una Coppa Italia, 2 Coppe delle Coppe, una Coppa dei Campioni, la Simmenthal smise di sponsorizzare l'Olimpia Milano sostenendo che gli italiani non associavano più il marchio alle scatolette di carne, ma solo alla squadra di basket.
  • Se ci si vuole riferire alla Varese dei vari Meneghin, Ossola e Morse viene naturale parlare della Ignis prima che della Pallacanestro (Varese) degli anni '60 e '70.
  • Allo stesso modo, se pensiamo all'unica squadra italiana con cui ha giocato il campionissimo NBA Tony Kukoc, nella nostra testa si materializzerà l'icona verde della Benetton.
  • E come non ricordare la Virtus Bologna del grande slam dell' altrettanto grande "Manu" Ginobili con un altro indimenticabile marchio, Kinder .... e dire, come viene sostenuto oggi da molti,  che dai successi del basket non si ha un ritorno d' immagine adeguato .... viene da ridere ... i nomi dei marchi fatti sopra venivano ricordati più per il basket che per i prodotti che producevano.
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