RICORDIAMO JAMES HARDY
Anche chi ha la carta d' identità "gold", quelli con la fede DD Doratamente-Datata, fanno fatica a focalizzare la figura di James Hardy. In Mens Sana una sola stagione, anche se avrebbe meritato conferma; una stagione (1984/85) assai complicata, orchestrata dal gm Andrea Fadini e diretta sul campo in un primo periodo dal coach ungherese Lajos Toth fino al 26 dicembre 1984, poi con Babbo Natale arrivò Carlo Rinaldi quando eravamo penultimi nella classifica di A2. Ci salvammo!
Lajos Thot [APRI], che lascerà il mondo del basket prematuramente per un tumore, era giunto in Italia come profugo a seguito della rivoluzione ungherese del 1956. Giocò come straniero fino al 1959 nella grande Ignis Varese (vedi foto a lato) per poi, in età, mettersi a fare l'allenatore con alterni risultati. Portò Asti dalla serie C alla A1 e soprattutto aveva fatto con la APU udinese una galoppata bella, spettacolare e vincente conclusasi con la promozione nella massima serie. Fadini se lo portò caldo caldo di successi, vittorie e promozione a Siena dove il popolo biancoverde e sponsor Mister Day Parmalat volevano fortemente la promozione in A1. Così Lajos da Udine si portò con se l'americano principale protagonista di quella promozione, James Hardy.
Hardy ben trasferiva sul parquet la filosofia, i concetti del basket di Toth. Lajos non amava gli schemi ed imponeva a tutti, anche ai centri ed alle ali, di portare palla in contropiede.
Un centro come Hardy era l'ideale, un 6 piedi ed otto pollici, che palleggiava e portava palla come un play. Stessa sorte tocco al suo "nobile" compagno di squadra, Mike Bantom, a cui non mancavano certo le doti tecniche per farlo.
Hardy poi ci mise del suo, l'atletismo e le sue schiacciate e stoppate sotto calestro fecero vedere agli appassionati di basket senesi un qualcosa di nuovo, un qualcuno di inedito per il pubblico senese. Un giocatore totale da estimatori, da palati sopraffini.
Non c'è dubbio che Hardy amasse quel basket spumegguante, "basket-champagne", tant' è vero che chiusa la non bella avventura senese andò a divertirsi in Francia con grande successo.
Non è che in Mens Sana avesse giocato male, anzi tutt'altro; chiuse la stagione con 544 punt; in una diecina di partite superò i 30 punti fatti. L'altro "stelle & strisce" di quella Mens Sana, come detto, era Mike Bantom .... una coppia "ebano" da sogno !! Quante meglio ?! In quella squadra erano state ben altre le cose che non funzionarono.
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FOTO: Lajos Toth in maglia Ignis Varese - James Hardy schiaccia in maglia Mister Day Mens Sana - Mens Sana 1984/85 con Hardy #15
Ma quell' anno "buio" porta nel buio tutti quanti; se non tutti , molti.
Ecco, forse, perchè James Hardy non è mai stato ricordato sotto la Torre come avrebbe meritato.
Ecco, forse, perchè James Hardy non è mai stato ricordato sotto la Torre come avrebbe meritato.
Prima di Siena ed Udine aveva avuto un bel periodo-NBA negli Utah Jazz abbastanza lungo ed importante ed ancor prima aveva lasciato un segno indelebile nei San Francisco Dons; questi proprio non se lo sono dimenticato tanto è vero che un venerdì sera della passata stagione, nei primi giorni di febbraio, James Hardy è stato inserito nella Athletic Hall of Fame dell'University San Francisco. Un evento atteso da tempo per uno dei giocatori più talentuosi e complessi della loro grande storia
Nell'epoca in cui Duncan, Spicer e Blaser insieme a Kirby Doyle, anche lui originario di San Francisco, formarono il nucleo centrale degli scrittori della Beat Generation sul parquet dello Chase Center di San Francisco, sulla costa occidentale davanti all'oceano, James Hardy era "re del basket" considerato all'epoca come oggi il "genio eccentrico".
James Hardy è considerato un giocatore di spicco nelle potenti squadre dei Dons della metà anni '70; il trio Bill Cartwright, James Hardy, Marlon Redmond ha portato USF prima nella classifica del 1976-77 dopo che i Dons avevano riportato 29 vittorie consecutive. Hardy venne selezionato All-WCAC e menzionato dall'Associated Press nel secondo anno nel 1976-77.
Quando poi uno diventa un mito, una icona, si sprecano le storie che diventano leggendarie:
si ricorda quando Hardy arrivò per la prima volta al campus di Hilltop nell'estate del 1975 alla guida di un furgone su misura con la scritta"Trouble" (Guai), scritta su ciascun sportello. Il soprannome gli fu così cucito addosso.
Dopo uno dei suoi schiaccianti schiaffi a canestro, Hardy disse agli sfortunati difensori, ""That was over you, you and you." (Quello era su di voi, tu e tu) indicando con la mano lo schiaffo prepotente.
Erano stati dati persino nomi ad alcuni dei suoi slam brevettati. Uno era chiamato "squeak dunk", dove strofinava la palla contro il tabellone di vetro prima di sbatterla dentro.
James Hardy è considerato un giocatore di spicco nelle potenti squadre dei Dons della metà anni '70; il trio Bill Cartwright, James Hardy, Marlon Redmond ha portato USF prima nella classifica del 1976-
Quando poi uno diventa un mito, una icona, si sprecano le storie che diventano leggendarie:
si ricorda quando Hardy arrivò per la prima volta al campus di Hilltop nell'estate del 1975 alla guida di un furgone su misura con la scritta"Trouble" (Guai), scritta su ciascun sportello. Il soprannome gli fu così cucito addosso.
Dopo uno dei suoi schiaccianti schiaffi a canestro, Hardy disse agli sfortunati difensori, ""That was over you, you and you." (Quello era su di voi, tu e tu) indicando con la mano lo schiaffo prepotente.
Erano stati dati persino nomi ad alcuni dei suoi slam brevettati. Uno era chiamato "squeak dunk", dove strofinava la palla contro il tabellone di vetro prima di sbatterla dentro.
FOTO: James "Trouble" Hardy coni Dons San Francisco
La foto icona della storia dell'University San Francisco è sua .... mostra Hardy con la testa dietro il tabellone, allungarsi e schiacciare la palla. Il gesto fu fatto in una partita contro Santa Clara.
Gesto non nuovo, ripetuto e proposto anche al PalaMensSana ma quello fu catturato, scattato, dall'ex tennista USF Rodney Lee, per la serie "cogliere l'attimo non è esclusiva dei fotografi professionisti".
La foto originale (vedi sotto) è andata a ruba e di copie ne sono state fatte a migliaia; due delle ultime copie sono state richieste e volute dai Golden State Warrior e dal capo allenatore di due anni fa dell'Università di Washington Lorenzo Romar, per mostrarla ai suoi giocatori. Romer era un estimatore di "Trouble" Hardy avendolo seguito anche in Italia (giocò nel Banco Roma).
Quello che ha fatto nel dopo Italy Lorenzo Romar lo sappiamo .... è stato coach nelll''Università di Pepperdine, una università statunitense privata con sede a Malibù, in California, con un bellissimo campus che si affaccia sull'Oceano Pacifico.
Quello che ha fatto "Trouble" Hardy James, il "genio eclettico" nel post Italy e France non lo sappemmo mai. Sparito per il mondo del basket e non solo per questo.
Quello che ha fatto "Trouble" Hardy James, il "genio eclettico" nel post Italy e France non lo sappemmo mai. Sparito per il mondo del basket e non solo per questo.
Poi qualche stagione fa volle meravigliarci ancora decidendo di dare fine alla sua vita di "incallito scapolaccio". Si sposo!! E ci sorprende ancor oggi , in questi primi giorni del 2021, quando leggiamo la notizia della sua improvvisa scoparsa; il cuore di "Trouble" Hardy si è fermato. A darne notizia sui social è stata proprio la signora Hardy .
FOTO: Hardy nella foto icona USF ed a lato in epoca recente (2017)