Menu principale:
Le vicende sportive di Alfredo Barlucchi oggi responsabile della nuova associazione "io tifo Mens Sana"
Siena 29 febbraio 2016 -
Fonte: Gabriele Grandi
Alfredo Barlucchi è il primo giocatore di un vivaio senese ad aver raggiunto i massimi palcoscenici nazionali del campionato di pallacanestro.
Diciottenne (è nato a Grosseto il 2 Marzo 1940), nella primavera del 1958 lascia la palestra di Via S. Agata, perché è acquistato dalla Virtus Bologna.
Nelle “V nere” gioca per tre stagioni, allenato nelle prime due dal grande Vittorio Tracuzzi, e in tutti e tre quei campionati deve sempre accontentarsi del titolo di vice campione d’Italia, senza mai arrivare al tricolore.
Nel 1961 passa alla Pallacanestro Cantù, dove l’anno successivo si guadagna la chiamata in Nazionale.
Nel biennio ’62-
Resta in Brianza fino al 1967 con le maglie sponsorizzate da Fonte Levissima prima e Oransoda poi e in campionato in quel periodo raggiunge 3 quarti e 3 quinti posti.
In quelle importanti annate ritrova in panchina Vittorio Tracuzzi, suo primo estimatore, ma anche il futuro segretario della FIBA Boris Stankovic, e perfino un giovanissimo Arnaldo Taurisano.
Cantù in quegli anni ha un’organizzazione solida ed è in forte crescita, ma purtroppo per lui, Alfredo lascia il team proprio alla vigilia della conquista del primo scudetto.
Va alla Victoria Libertas Pesaro, allora Butangas e dopo un biennio sempre nella massima serie torna in Lombardia.
Lo chiama la Pallacanestro Milano e il progetto è di quelli ambiziosi.
Alla Società allora chiamata All’Onestà si sta facendo di tutto per scavalcare i fortissimi cugini dell’Olimpia, ma pur con i migliori propositi e col contributo di futuri senesi come Bovone e Cosmelli, la distanza dalle “scarpette rosse” non viene colmata.
Nel 1974, dopo cinque stagioni che hanno fruttato anche un terzo e due quarti posti, Alfredo lascia la seconda squadra milanese, nel frattempo chiamata Mobilquattro.
In quelle stagioni Barlucchi, a parte il primo biennio contraddittorio e forse un po’ fuori dalle rotazioni, è stato un punto di riferimento secondo solo a Jura.
Nel triennio conclusivo ha viaggiato a quasi 13 punti a partita, con percentuali di tiro in azione anche superiori al 50%.
Nel campionato ’73-
Quando nell’estate del ’74 torna a vestire il biancoverde la squadra di Cardaioli è al secondo anno in A e vorrebbe almeno confermare lo splendido settimo posto della stagione d’esordio.
Il 13 Ottobre 1974, opposto al Brill Cagliari, alla sua prima apparizione in A con la Mens Sana sfodera la miglior prestazione di sempre in biancoverde: 16 punti e top scorer dell’incontro con Massimo Cosmelli.
Ma nonostante quella partenza lanciata e l’esperienza accumulata in 15 anni sui parquet più importanti, Barlucchi si inserisce con difficoltà in una squadra con un sistema di gioco collaudatissimo, che privilegia il quintetto formato da Cosmelli, Franceschini, Giustarini, Johnson e Bovone.
E' per minuti giocati il sesto uomo, ma ben lontano dai minutaggi dei “pretoriani” del coach e può contribuire solo marginalmente al clamoroso 5° posto finale.
Nella stagione successiva, e siamo così al ‘75/'76, contrariamente a quanto si attende non gli viene proposto un ruolo in campo e pur sentendosi integro e in grado di giocare ancora due anni se ne vede offrire “solo” uno in abiti civili, dietro una scrivania. Con disappunto, accetta.
A fine Ottobre 1975 Massimo Cosmelli si ferma per un problema a un ginocchio già infortunato in precampionato.
E’ la prima volta in 15 anni di professionismo che “il baffo” deve saltare una o più partite.
Gli esami all’arto del prezioso playmaker di Rosignano sentenziano che lo stop si dovrà protrarre per alcune settimane. La Società allarmata lancia in prima squadra alternativamente due senesi d.o.c. come Marco Collini e Leonardo Frati, ma chiede a Barlucchi di tornare a indossare tuta e scarpette.
Dopo molti mesi di sosta e pochi giorni di allenamento, Sabato 1° Novembre 1975 Alfredo torna all’attività agonistica contro la Snaidero Udine (vinciamo 70-
Ma la campana dell'ultimo giro è ormai suonata.
Quelle ultime 14 partite da professionista all'atto pratico si rivelano poco più che comparsate, visto lo scarsissimo minutaggio concessogli.
Nella stagione '76/'77 torna a fare il direttore sportivo, ma le misere risorse a messegli a disposizione non gli permettono di affidarsi che a voli pindarici.
Un nome per tutti: Vincenzo Santoro, il primo oriundo della storia biancoverde.
La stagione si chiude purtroppo con la retrocessione in A2.
Nel Giugno ‘77 Barlucchi è in qualche modo la prima vittima eccellente della Finanziaria, che dopo la sua costituzione prende su di se le funzioni amministrative, economiche e organizzative della sezione basket.
A Alfredo non viene rinnovato l’incarico di direttore sportivo svolto nel biennio precedente e questo fatto lo costringe a uscire a malincuore dal grande giro dopo quasi 20 anni.
Non lascia però l'ambiente cestistico, perché scende ad allenare un'altra squadra senese, la Virtus, dove ottiene la promozione già al primo anno.
Un traguardo che replica due anni dopo, quando conduce i rossoblu di Via Vivaldi in Serie B.
In totale ha giocato in A con la maglia della Mens Sana 54 partite e segnato 136 punti, mentre da avversario 2 partite e 32 punti.
Nella sua carriera professionistica vanta circa 400 presenze nella massima serie e 16 in nazionale.
Gabriele Grandi
Nelle foto in alto lo vediamo indossare la canotta della Mobilquattro Milano nel 1972, nella successiva lo vediamo il 13 Ottobre 1974 al suo esordio in A con la Mens Sana (16 punti) e di recente nelle vesti di responsabile dell'associzione "Io tifo Mens Sana" illustrare il progetto del nuovo Consorzio.