Menu principale:
SIENA13 marzo 2018
FONTE : Basketball NCAA: Isabella Agostinelli | Basketsiena.it: Stefano Fini
Non c'è bisogno di vedere la maglia con numero e nome appesa sul tetto del PalaMensSana per ricordarsi di lui. Per chi è di Fede mensanina Terrell McIntyre se lo porta dietro, negli occhi e nel cuore.
Dall'altra parte dell' Oceano TMc ha qualche trofeo, qualche foto ma l'archivio dei ricordi principale è sempre lì, nel cuore. Poi, diciamolo, difficile scordarsene per uno che ha dato il nome Siena alla propria figlia.
Cosa sta facendi Terrell? Quello che fanno in molti ex giocatori transitati per lo stivale o nel Veccho continente: lavorano a vario titolo nelle università dell’Ncaa. Che siano stati delle stelle o delle figure di secondo piano, campioni d’Italia o fenomeni nelle serie inferiori , adesso fanno gli assistant coach, o hanno altri compiti nelle squadre più importanti del college di basketball.
Sono adesso nei coaching staff delle 351 squadre della Division I nelle vesti di director of player development, come Terrell McIntyre, o dei floor general (I floor general sono gli allenatori in campo).
Alcuni dei nomi più prestigiosi oltre a quello di McIntyre: Tyus Edney, play della grande Treviso dei due scudetti (e due Final Four) di Mike D’Antoni ed Ettore Messina; ‘il professore’, alias Randy Childress che ha girato per dieci anni tutta l’Italia passando da Scafati a Montegranaro, da Varese a Sassari, e ormai dal 2012 lavora a Wake Forest; Scoonie Penn che ha viaggiato da Trieste a Verona, da Roma Pesato, Bologna è il nuovo director of player development dell' Ohio State; Mike Iuzzolino, ritirata di recente la maglia #8 a Verona, ora assistant di Robert Morris, è stato il protagonista di quattro grandi stagioni della Scaligera, la vittoria in Supercoppa contro Milano nel 1996 e la storica coppa Korac nel 1998 contro la Stella Rossa. Altri nomi: Casey Shaw, Joe Blair, David Chiotti, Mike Nardi, Duane Simpkins, , Rakim Sanders .... fermatemi sono troppi !
NELLA FOTO: Terrell McIntyre contro il Cska Mosca
Terrell McIntyre dopo 18 anni, è tornato nel suo college, a Clemson come Director of player development e i suoi Tigers sono una delle sorprese dell’anno, è dietro Virginia, super-
I suoi attuali risultati fanno notizia e cosi Isabella Agostinelli per Basketball NCAA lo ha intervistato. Ripotiamo qui sotto alcuni passaggi dell'intervista.
Tua figlia si chiama Siena proprio in onore della città toscana: ti è rimasta così tanto nel cuore?
Sì, Siena è un posto speciale per me e la mia famiglia. Ci ho passato quattro anni e mia figlia è nata lì: ho voluto darle il nome della città che mi ha regalato così tanto sia nel basket che nella vita. Parliamo molto dei miei anni in Italia e penso che un giorno ci ritorneremo.
Dei quattro scudetti con Siena, quale ha avuto il valore maggiore?
Direi senza esitare il primo e l’ultimo. Il primo perché per me si trattava del primo titolo in Italia e in un campionato così importante. L’ultimo, invece, perché è arrivato in un momento difficile: innanzitutto sapevo che quella sarebbe stata la mia ultima stagione a Siena e poi avevo dei problemi al ginocchio. Nonostante gli infortuni iniziassero a essere seri, ho davvero lottato quella stagione e quindi vincere lo scudetto è stata per me una grande emozione.
Nel frattempo (nel 2015) ti sei anche diplomato dato che ai tempi del college non avevi finito tutti gli esami. Come è stato ritornare sui banchi? Perché questa decisione?
Oh…è stato molto diverso! (risponde ridendo): i voti sono stati molto più alti rispetto al passato e la tecnologia di oggi è assai diversa da quella degli anni ’90. A parte gli scherzi, ero molto più concentrato e sapevo cosa stavo facendo. Era una cosa a cui tenevo e che avevo deciso da tempo: non appena lasciato il basket professionistico, mi ero ripromesso di portare a termine i miei studi. E poi, senza quel diploma ora non potrei fare questo lavoro.
Torniamo al presente e parliamo della straordinaria stagione di Clemson. Dopo l’addio di Jaron Blossomgame, nessuno si aspettava di vedervi ora nel ranking praticamente certi di andare al torneo. Cosa è successo?
Jaron è un ragazzo che farà strada nella NBA. Ora che se ne è andato, il segreto della squadra di quest’anno è l’unione: siamo una squadra completa, non ci sono solo uno o due giocatori che fanno la differenza, ma abbiamo un intero gruppo di ragazzi che stanno dando tutto in campo, che sanno tirare e difendere bene. Non c’è una stella in squadra dato che stanno dando tutti il massimo, anche quelli che partono dalla panchina. Sono tutti molto motivati, hanno fiducia in loro stessi e ciò si rispecchia soprattutto nella nostra difesa nella quale facciamo molto bene.
Quindi è la difesa il vostro punto di forza?
Siamo molto orgogliosi della nostra difesa e siamo conosciuti proprio per questo aspetto: siamo molto solidi e il nostro gioco parte proprio da qui, ma non posso negare che anche il nostro attacco sta funzionando bene.
Tra i tanti successi di quest’anno, quella contro North Carolina ha qualcosa di storico visto che ha interrotto una serie di 10 vittorie di fila dei Tar Heels contro di voi: come l’avete vissuta?
La cosa bella della nostra squadra è che nessuno fa troppo caso a quale sia la storia passata del programma: non ci interessa se avevamo perso 50 o più volte contro UNC. Questa squadra, questa particolare squadra, ci aveva perso solo una volta e quindi quando i nostri ragazzi sono scesi in campo erano concentrati solo su quella partita ed erano fiduciosi dei loro mezzi per tutti i 40 minuti.
Chiudiamo con una domanda sul tuo futuro: Randy Childress ci ha detto che sogna di tornare in Italia per allenare, qual è il tuo sogno?
Come nel basket, anche nella mia vita preferisco non guardare troppo avanti. Ora sto facendo un lavoro che mi piace: sto imparando giorno dopo giorno e voglio aiutare la mia squadra a crescere ancora. Certo, se ci fosse l’occasione di tornare in Italia, e perché no, a Siena…sarebbe fantastico!
LA SHEDA DI TERRELL MC.INTYRE
LA PAGINA "INDIMENTICABILI" SU TERRELL MC.INTYRE