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Mens Sana-Cantù, il tormento e l'estasi

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Siena, stagioni 1997/98
Fonte : oksiena.it / di Matteo Tasso

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Il viaggio di “Videoframmenti Biancoverdi” negli anni Novanta della storia mensanina fa tappa oggi nella stagione 1997/1998. Le immagini di archivio di Canale 3 Toscana e della Rai ci riportano all’elettrizzante atmosfera dello spareggio playoff fra Siena e Cantù giocatosi sabato 11 aprile 1998 al palasport di viale Sclavo: in palio la qualificazione ai quarti di finale, un traguardo che la Mens Sana inseguiva da 19 anni e che rimase in bilico fino ai minuti conclusivi di gara-3, dopo che nelle prime due partite il fattore campo era stato fatto saltare (76-79 per la Polti a Siena, 78-80 per la Fontanafredda a Cantù) da un alternarsi continuo di punteggi ed emozioni.

Tanto equilibrio, e tanti errori, nella prima parte di gara, poi Cantù (arrivata ai playoff senza Brian Oliver e Miro Pecarski) prende il largo (40-50 a metà ripresa) affidandosi alla classe di Walter Berry ed ai canestri di Zorzolo e Rossini.

Il “tabù brianzolo” (0-5 nella stagione precedente, con tanto di eliminazione nel primo turno playoff) si fa strada fino a 5’ dalla sirena, quando un discutibilissimo fallo di sfondamento fischiato a Gerard King scatena squadra e pubblico di casa. L’incandescenza, in campo e sugli spalti, fa sciogliere gli ospiti (probabilmente pure gli arbitri, che nell’occasione sono Pozzana e Reatto) mentre David Londero sbuca da ogni parte recapitando puntualmente la palla nel cesto: segna buona parte dei suoi 17 punti in quel finale convulso, il play-guardia nato in Svizzera e sbocciato cestisticamente a Reggio Emilia, con l’aiuto dei blocchi e del vuoto creato in area da un immenso King (18 punti e 21 rimbalzi per lo statunitense consigliato l’anno prima alla Mens Sana da un certo Federico Buffa) e il contributo, volontario o meno non si è mai capito, di Berry che dall’altra parte sbaglia un tiro libero dietro l’altro. Canestro decisivo, come spesso in quelle stagioni, di capitan Sandro Dell’Agnello, l’uomo che aveva riportato la serie a Siena giocando una gara-2 mostruosa due notti prima al Pianella.

Finisce 62-59, con Londero portato in trionfo e Phil Melillo che scarica la tensione salendo sul rotor pubblicitario ed improvvisando uno “strip” in mezzo ai tifosi. La Fontanafredda va ai quarti di finale, il giudice sportivo però calca la mano sul club senese, comminando due giornate di squalifica al campo per le intemperanze del pubblico ed il ferimento del giocatore ospite Cristelli (colpito in faccia da una monetina): contro la Fortitudo Bologna si andrà a giocare a Firenze, portando tanti tifosi a Campo di Marte ma non evitando il cappotto (0-3) di una serie decisamente fuori portata.

UN PO’ DI STORIA
La stagione 1997/1998 è senza dubbio la più esaltante nella seconda parte del decennio precedente la grande ascesa del basket mensanino. E’ l’annata che vede Gerard King esplodere e staccare il biglietto di ritorno per gli Usa (senza grande fortuna, in verità, a San Antonio prima e Washington poi), David Londero esprimere il proprio miglior basket, tanto da meritarsi la chiamata della Nazionale, Sandro Dell’Agnello diventare definitivamente punto di riferimento per una tifoseria che vede nell’atleta labronico un “totem” al quale votarsi nei momenti difficili. Mentre Middleton brucia retine col tiro da fuori ed il terzetto del nordest Spangaro-Cessel-Savio garantisce minuti di solidità partendo dalla panchina (dove siede pure un coriaceo Gattoni), certi alti e bassi della Fontanafredda sono la diretta conseguenza delle “lune” di Jerry Reynolds: arrivato a stagione iniziata per sostituire il taciturno Watson (sarà un’annata all’insegna delle porte girevoli, con le partenze anche di Alosa e Horford), l’ex stella di Milwaukee e Orlando regalerà qualche lampo di classe ma anche tanti momenti bui (nel derby di Pistoia ingaggerà un duello coi tifosi di casa rilanciando in tribuna mazze di tamburo e poi, si narra, tirando un estintore contro un’autovettura fuori dagli spogliatoi), finendo per salire su un volo per gli States e piantare in asso società e compagni alla vigilia della serie contro la Fortitudo. Coach di quella squadra era Phil Melillo, riuscito a centrare risultati importanti (oltre ai quarti di finale in Italia, i sedicesimi in Korac, con l’altolà imposto dalla Stella Rossa nel ritorno giocato a Novi Sad, anziché a Belgrado dove erano in azione i bombardieri Nato), ma più di una volta messo in discussione durante l’annata. La sua esperienza senese, e quella di buona parte dei suoi giocatori, terminerà in quell’aprile di 18 anni fa, lasciando spazio ad una lunga serie di scommesse sul mercato estero che avranno ben poca fortuna. Ma questa è un’altra storia….

Matteo Tasso

 
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