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Siena, 01 luglio 2014 h.09:15
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Un bilancio sui 20 anni di professionismo nella pallacanestro italiana poco edificante per il pres. FIP Petrucci.
Nell' arco temporale di 10 anni erano soltanto sei le compagini che dal 2003/2004 ad ieri avevano mantenuto un carattere di continuità con il medesimo asse societario
Queste erano: Varese, Cantù, Milano, Siena, Roma ed Avellino. Oggi sparisce anche Siena.
Numeri più importanti se si considerano le 19 stagioni trascorse da quando, nel 1995, la pallacanestro decide di passare al professionismo con l' applicazione della legge 91.
Da allora ben 24 club (Virtus e Fortitudo Bologna, Verona, Reggio Calabria, Forlì, Pesaro, Trieste, Pistoia, Rimini, Gorizia, Montecatini, Udine, Roseto, Fabriano, Livorno, Messina, Capo d' Orlando, Napoli, Scafati, Rieti, Ferrara, Teramo e Siena) [1] sono stati costretti a chiudere l' attività per motivi economici e ripartire dalle categorie inferiori con un nuovo asse societario.
Alcune di queste 24 sono risalite in fretta come Virtus Bologna e Vuelle Pesaro, altre hanno impiegato più anni (come Pistoia).
Nel frattempo si innesca anche il fenomeno sempre più diffuso della vendita del titolo sportivo per cui le promozioni (vedi l'attuale Treviso) non si conquistano sul campo ma si comprano.
ANNOTAZIONI
[1] Alla lista manca la mitica Ambrosiana Milano di Claudio Capone e Recalcati!!!
Che poi di Milano non era, essendo nata come Basket Arese.
[2] Le verifiche della Com.Te.C. sono sempre più approfondite e capillari con il passare degli anni e rappresentano certamente una garanzia importante di credibilità per il movimento Forse, però, puntare l'obiettivo sul pagamento delle tasse e su alcuni parametri non è sufficiente per individuare le criticità di bilancio, e bisognerebbe spostare l'attenzione su altri indici.
Spendere oltre le proprie possibilità per vincere a tutti i costi porta a lungo andare a delle situazioni insostenibili. E non è un caso che in questi anni chi ha vinto tutto poi è crollato sotto il peso dei costi per rimanere al vertice quando sono finiti certi cicli economici. La filosofia deve essere quella di provare a vincere e non di fare di tutto, compresi debiti e artifici contabili, per vincere. Evidente anche la non capitibilità del nostro sistema fiscale con quello del resto dell'Europa.
Quindi , se da un lato eludere le verifiche della Com.Te.C. è sempre più complesso, dall'altro però la pratica del "doping amministrativo " non solo non è debellata ma alcune volte necessaria per reggere la concorrenza di livello.
Un movimento che negli ultimi anni ha fatto registrare una moria impressionante di società non può lasciare indifferente gli organi federali.
FOTO: Petrucci, presidente Fip